sabato 28 febbraio 2015

Suffolk Cakes


 
Tra i foodblog che seguo più spesso c'è sicuramente quello di Emanuela, da cui ho preso in prestito questa deliziosa ricettina.
 
Si tratta di dolcetti inglesi,
 che si usa offrire durante il tea time pomeridiano,
in particolare nella regione del Suffolk, nel sud est dell'Inghilterra.

Io le ho abbinate,
e non potevo fare diversamente,
ad un classicissimo tè nero,
il re della colazione inglese (ma non solo).
 
 


 
 
SUFFOLK CAKES
 
INGREDIENTI:
 
2 uova
100 g. di zucchero di canna
50 g. di burro morbido
50 g. farina 00
la scorza grattugiata di mezzo limone
 
PREPARAZIONE:
 
Posizionate i pirottini di carta nella teglia da muffins e preriscaldate il forno, modalità statica, a 180°.
 
In una ciotolina battete bene e a lungo tuorli e zucchero.
A parte montate gli albumi.
 
Ai tuorli con lo zucchero unite la scorza di limone, il burro morbido, la farina setacciata e, per ultimi, gli albumi con movimenti dal basso verso l'alto.
 
Versate nei pirottini e cuocete per 12-15'.
 
Una volta freddi spolverate con zucchero a velo.
 
Io ne ho ottenuti cinque.
 


 
 
 
 
 

 

martedì 24 febbraio 2015

Vellutata leggera di carote e patate

 
Oggi vi lascio un'altra vellutata, stavolta di carote e patate.
 
Mi piace particolarmente,
oltre che per il suo gusto delicato,
anche per il suo colore:
sarà per l'influenza del mio segno zodiacale
- Leone -
ma l'arancio, il rosso, il giallo sono i miei colori energizzanti.
 
E questo piatto, che nelle fredde giornate invernali,
sembra portare in casa un raggio di sole, non può non essere uno dei miei favoriti.
 
Infine, è leggero
(l'unico grasso, peraltro sano, è dato dall'olio evo),
veloce da fare ed economico.
 
Imperdibile quindi.
 
INGREDIENTI:
 
400 g. carote
800 g. patate
1/2 cipolla
sale
1 litro d'acqua
 
- per completare:
un filo d'olio evo
pepe nero macinato
 
PREPARAZIONE:
 
Lavate le carote, spuntatele, pelatele e tagliatele in pezzi.
 
Pelate le patate, passatele sotto acqua corrente, tagliatele in pezzi.
 
Mettete carote e patate in una pentola, unitevi la cipolla, coprite con l'acqua, salate e portate a cottura.
 
La cottura sarà completa quando le verdure saranno ben morbide.
A questo punto, scolatele
- conservate l'acqua -
e passatele col frullatore ad immersione aggiungendo l'acqua messa da parte per raggiungere la consistenza desiderata.
 
Impiattate e completate con un filo d'olio e una spolverata di pepe nero macinato.



venerdì 20 febbraio 2015

Estratto di vaniglia home made

 
 
L'estratto di vaniglia è stata una delle prime cose che ho imparato a fare quando ho iniziato a "muovere i primi passi" in cucina.
 
Purtroppo, sempre più spesso, occorre discostarsi e prendere "con le pinze" tutto quello che l'industria alimentare ci propone e ci propina.
Ve ne parlavo qui, ricordate?
Beh, la vanillina è sparita ormai parecchi anni fa
dalla miadispensa per lasciare spazio alla vaniglia,
sia sotto forma di baccello - di cui si utilizzano i semini - sia sotto forma di estratto.
 
Quest'ultimo è, senza dubbio, la versione più comoda della vaniglia: ne basterà un cucchiaino per dare alle nostre preparazioni quel profumo e quel sapore inconfondibile.
 
Per preparare l'estratto, quindi, dovremo
procurarci dei baccelli di vaniglia di buona qualità,
acquistare dell'alcool puro (o della vodka) e...
armarci di pazienza.
Perché lui, prima di sei mesi non è pronto.
Ma l'attesa sarà ben ripagata, fidatevi.

 
INGREDIENTI:

500 ml. di alcool (o vodka)
15 baccelli di vaniglia di buona qualità
(tipo Madagascar o tipo Tahiti, dal sapore più intenso)


PREPARAZIONE:

E' tutto estremamente semplice.

 Incidete i baccelli per il lungo, diciamo aprendoli a libro.

 Tagliate ogni bacca così incisa in tre-quattro pezzi e metteteli in una bottiglia,
possibilmente di vetro scuro.

 
 
Versatevi l'alcool, date una energica "shakerata" e riponete in un luogo asciutto per sei mesi,
agitando la bottiglia una volta al giorno per due settimane
e poi più raramente ma almeno una volta a settimana.

 Altre info e consigli che ho reperito in rete e che mi sento di passarvi sono:
le bacche, per essere considerate buone, devono ovviamente odorare,
devono essere elastiche
(provate ad avvolgerle su un dito, se si spezzano sono vecchie, quindi inutilizzabili)
e, al tatto, devono risultare quasi "unte".

 Se dovessero avanzarvi dei baccelli, conservateli avvolti ben bene in un sacchetto e,
a mano a mano che ne utilizzerete i semini per le varie preparazioni dolciarie,
aggiungete il baccello vuoto al vostro estratto
oppure inseriteli in un contenitore pieno di zucchero,
in modo da farvi dell'ottimo e naturale zucchero vanigliato.

 
Una volta pronto, per comodità, suddividetelo in bottiglie più piccoline.
 
Se aveste difficoltà a trovare i baccelli non esitate a contattarmi:
li ho acquistati on line da rivenditori francesi e tedeschi davvero seri e affidabili
e vi passerei con piacere il loro recapito.
 
Buon estratto a tutti/e!
 
 


 Con questo post partecipo al giveaway di Dolcizie
 
 

mercoledì 18 febbraio 2015

Risotto alla zucca con salsiccia

 
 

 
Con questa di oggi ci do un taglio.
A postare ricette a suon...ehm, a base di zucca.
Sono tante, troppe forse.
 
Ma questo risotto merita davvero.
 
E provatelo, almeno ripagherete l'adrenalina da provetta Lupin che ho provato, nella sala d'attesa del medico, nello strappare la pagina della rivista su cui faceva bella mostra di sé la ricetta.
 
Ah, se ve le foste perse le altre ricette con la zucca sono questa,
uno strepitoso cake salato,
uno dolce,
ed un altro risotto.
 
INGREDIENTI:
 
400 g. di riso per risotti (qualità Arborio)
400 g. di zucca (pesata senza buccia)
200 g. di salsiccia fresca
40 g. di burro
70 g. di parmigiano grattugiato
1 cipolla
1/2 bicchiere di vino bianco
1 l. di brodo
sale
pepe
prezzemolo
 
PREPARAZIONE:
 
Pulite la zucca eliminando i semi e le fibre che li racchiudono e tagliate via le parti verdi.
 
Tagliate la polpa di zucca a dadi di circa 1 cm di lato. In questo modo, quando la cuocerete, diventerà tenera senza però ridursi in purè.
 
Scaldate metà del burro in una casseruola e fatevi appassire la cipolla tritata sottile.
Lasciatela cuocere per 2-3 minuti a fuoco medio, stando attenti a non farla annerire.
 
Unite la salsiccia spellata e sbriciolata e schiacciatela con una forchetta in modo che si disfi bene.
 
Versate il riso e lasciatelo tostare per un paio di minuti, mescolando.
 
Quando i chicchi saranno diventati traslucidi abbassate la fiamma e versate il vino.
Lasciate cuocere fino a quando il vino sarà completamente evaporato.
 
Bagnate il riso con un mestolo di brodo bollente e mescolate.
Proseguite unendo via via altro brodo.
 
Dopo 7-8 minuti aggiungete i dadini di zucca e ultimate la cottura aggiungendo sempre del brodo.
 
Quando il riso sarà cotto spegnete la fiamma e mantecate aggiungendo il burro rimasto e il Parmigiano.
 
Fate riposare per un paio di minuti, poi guarnitelo con il prezzemolo e portate in tavola.


  
 
 
 

 
 

domenica 15 febbraio 2015

Quando il Carnevale può non essere "grasso": la Schiacciata Fiorentina.


 
 
Vuoi per la sempre perenne mancanza di tempo,
vuoi per una sorta di "svolta salutista",
vuoi - soprattutto - perché odio friggere
(e, dopo, infilare tutti i vestiti in lavatrice,
fare lo shampoo,
 tenere le finestre aperte...e col freddo di questi giorni non è il massimo),
insomma,
vuoi per tutti questi motivi quest'anno
- a dispetto dell' anno scorso -
ho deciso che avrei onorato il Carnevale con lei: la Schiacciata Fiorentina:
Dolce ciarnalesco fiorentino,
il cui nome
- probabilmente -
prende spunto dal gran numero di uova che occorre "schiacciare"
per la sua preparazione,
caratterizzata dalla forma rettangolare
e dal giglio toscano sulla superficie.
 
La schiacciata originaria 
- e originale -
veniva preparata con lo strutto
(infatti era anche detta "schiacciata unta")
e con il lievito di birra.
 
Oggi, è molto in auge la versione veloce, con lievito istantaneo. 
 
La ricetta non è difficile da reperire, il web ne è pieno.
La mia, però, mi è stata data da Lisa e da Stefania, due care amiche
- toscane, ovvio -
vere maghe ai fornelli.
 
Per questo ve la passo con piacere.
 
INGREDIENTI:
 
3 uova
12 cucchiai di farina
10 cucchiai di zucchero
10 cucchiai di latte
5 cucchiai di olio (per me, olio evo)
il succo e la scorza di 2 arance
una bustina di lievito
 
zucchero a velo per lo spolvero
 
PREPARAZIONE:
 
Preriscaldate il forno, in modalità statica, a 180°
 
Montate le uova con lo zucchero.
 
Aggiungete il latte, l'olio, il succo e la scorza delle arance e, infine, farina e lievito setacciati.
 
Imburrate ed infarinate una teglia rettangolare e versatevi il composto.
 
Infornate e cuocete per 20-25' circa,
facendo la prova stecchino per decretare l'avvenuta cottura.
 
Sfornatela capovolgendola e su questo lato
- che sarà il più liscio e piatto-
poggiate uno stencil a forma di giglio toscano.
 
Spolverizzate con abbondante zucchero a velo e,
con molta cura,
sollevate lo stencil ottenendo, così,
il tipico decoro.
 


 
 
Con questa ricetta partecipo al contest "Carnevale: i piatti della tradizione"
di L'Italia nel piatto per la regione Toscana
 
 
  
 
Qui, per un carnevale "fritto", la ricetta delle mie chiacchiere
 


giovedì 12 febbraio 2015

I fagioli di Bud Spencer

 


Perdonatemi ma non ce l'ho fatta.

I biscottini a forma di cuore, il cake col cuore rosa all' interno,
i cupcake rossi o rosa...
no, non ce l'ho fatta.

San Valentino non è per me.
E il fatto che io sia single, non c'entra.
O forse sì? :)

Sta di fatto che,
a ridosso di San Valentino, da Miel&Mnadorle non troverete ricette "cuoriciose".
Ma un bel tegame di fagioli.

E credetemi, la ricetta, nella sua semplicità, merita davvero.

Mi è già capitato, infatti, di accennarvi al fatto che,
 prima dell'avventura del blog "in solitaria",
ho frequentato assiduamente un forum di cucina davvero fantastico.
 
Ed è qui che ho trovato la ricetta di oggi,
regalataci da un ragazzo - Francesco - che diceva
 di averla avuta personalmente da Bud Spencer quando,
incontrato fortunosamente,
gli chiese come venivano preparati i fagioli
 che lui e Terence Hill hanno mangiato innumerevoli volte
negli "spaghetti-western" che tutti noi,
almeno una volta nella vita,
avremmo guardato.
 
 
INGREDIENTI PER 4:
 
tre barattoli di fagioli borlotti
750 ml. di passata di pomodoro
uno spicchio d'aglio
qualche rametto di rosmarino
peperoncino
olio evo
sale
pepe
 
PREPARAZIONE:
 
Versate, in una larga padella (io ho usato un tegame di coccio per la verità)
 l'olio e soffriggetevi l'aglio, il rosmarino e il peperoncino tritati
 facendo attenzione che non brucino.
 
Aggiungete la salsa di pomodoro, il sale e il pepe
e fate cuocere fino alla quasi completa cottura del sugo.
 
Mettete ora i fagioli (scolati e sciacquati dal loro liquido)
e fateli insaporire per circa 15 minuti, girandoli ogni tanto.
 
Servite ben caldo.
 


domenica 8 febbraio 2015

I biscottoni da inzuppo...come quelli di una volta.


 
Nel post precedente,
vi parlavo dell'importanza di adottare qualche semplice accorgimento per
rendere la nostra alimentazione più sana, equilibrata e corretta.
 
Al "Master of Food",
organizzato da Slow Food Alto Molise e dedicato all'olio extravergine d'oliva,
tra i tanti consigli che ci hanno dato,
spicca quello di prestare particolare attenzione agli ingredienti riportati
sulle confezioni degli alimenti industriali.
 
In parole povere, sarebbe corretto evitare tutti quei prodotti che contengano olio di palma.
Ne avrete sentito parlare certamente e non mi dilungherò su questo aspetto.
Vi consiglio, però, di dare un'occhiata qui e agli articoli presenti su questa pagina.
 
Non è facilissimo escludere l'olio di palma dalla nostra alimentazione:
basti pensare che è presente nel 90% dei biscotti da colazione industriali,
nella Nutella (ne ho ridotto l'uso ma non credo di riuscire a farne a meno, confesso)
nei crackers, nel pan carrè, nelle fette biscottate, nelle merendine...
ma ci si può provare.
 
E per la colazione, potete provare questi biscottoni da inzuppo.
 
Ricordano quelli di una volta, quelli che le nostre nonne preparavano con
 pochi e semplici ingredienti tra cui, 
giusto per restare in tema, olio evo e non burro o, peggio, olio di palma.
 
Quindi sani, leggeri,
ma anche tanto tanto buoni.
 
INGREDIENTI:
 
500 g. farina 00  
200 g. zucchero semolato 
2 uova   
50 ml. latte 
70 ml. olio evo   
10 g. di ammoniaca
la buccia grattugiata di un limone   
i semi di una bacca di vaniglia   
 
zucchero semolato q.b. per la copertura
 
PREPARAZIONE:
 
In una larga terrina montate le uova con lo zucchero.
 
Aggiungete, i semini di vaniglia, la farina (a cui avrete mescolato la buccia del limone) e l'olio.
 
Intanto fate intiepidire, su fiamma bassa il latte, versatelo in una terrina abbastanza larga e unitevi l'ammoniaca.
Il latte inizierà a gonfiare, a questo punto unitelo all'impasto e, dopo una veloce impastata, con le mani inumidite d'acqua formate dei bastoncini, lunghi circa 10 cm. e poneteli, ben distanziati, su una teglia foderata di carta forno.
 

 
Cuocete, forno modalità statica, a 180° per 10 minuti.
 
Ah, quando aprite il forno tenetevi lontano...la zaffata di ammoniaca
che ne uscirà sarà piuttosto forte, ma,
dopo la cottura, l'odore svanirà del tutto.
 
Conservate in scatole di latta.
 
Con questa dose ne ho ottenuto circa 30.
 
Ricetta vista qui.
 



 
  
Aggiornamento:
ormai questi biscottoni, a casa mia, sono immancabili.
Ebbene, nel farli e rifarli mi sono perfezionata:
ora suddivido l'impasto in filoncini spessi quanto un dito, li appiattisco e li taglio in rettangoli.
E non mi inumidisco le mani.
E' un metodo ancor più veloce
E così, rettangolari, assomigliano quasi a quelli del famoso Mulino.
Solo che questi sono più buoni.
E molto molto più sani.
 

 
 
Enjoy it.
 
 
 
 

mercoledì 4 febbraio 2015

Master of food di Slow Food e...l'olio d'oliva nei dolci: regola e non eccezione.

 
 
Succede che, l'invito di un amico, accettato quasi distrattamente, ti porti, una sera, 
a partecipare ad un incontro tra persone
- appassionate quanto te di buona cucina, dove buona sta per sana e genuina -
e ti apra poi la mente su piccoli accorgimenti che possono rendere la tua alimentazione
 sicuramente più salutare e corretta.
 
La serata, organizzata da Slow Food Alto Molise,
era tutta dedicata all'olio extra vergine d'oliva,
essendo la mia città insignita del riconoscimento di Città dell'olio
 
Da un esperto in materia, ci è stato insegnato a riconoscere e degustare gli olii
(prima lo si "sente" col naso, poi con la bocca e, tra un assaggio ed un altro,
ci si pulisce la bocca con uno spicchio di mela, del tipo Granny Smith),
si è parlato delle proprietà salutari dell'olio d'oliva, degli abbinamenti,
di studi e di comparazioni con gli altri grassi. 
 
Tra i tanti, il consiglio di abbandonare burro e olio di semi
in favore dell'olio extravergine d'oliva è quello che ho da subito messo in pratica.
 
Il burro, grasso saturo,
e gli olii di semi (di mais, di girasole, di arachidi, ecc), grassi polinsaturi,
 sono causa dell'innalzamento nel sangue del colesterolo Ldl, anche detto colesterolo "cattivo",
mentre l'olio extravergine d'oliva, grasso monoinsaturo,
 consente di ridurre l'Ldl mentre non intacca l'Hdl,
ovvero il colesterolo "buono".
E', inoltre, ricco di polifenoli e vitamina E
che hanno la funzione di antiossidanti, bloccando la formazione dei radicali liberi.
 
L'olio di semi, poi, è estratto attraverso procedimenti non meccanici ma attraverso raffinazione e,
il più delle volte, con l'ausilio di solventi e petrolati.
Il che è tutto dire.
 
Ora, lezione chimico-biologica a parte, credetemi:
sostituire il burro nei dolci si può, ecco come.
 
Nella preparazione dei dolci
(tranne che nella frolla, lì il burro - volere o volare- è proprio indispensabile)
si può usare tranquillamente un olio d'oliva leggero, delicato, anche fruttato
 (quelli più corposi ed intensi, o "piccanti", come gli olii d'olive calabresi e sicule li sconsiglio)
adottando questo semplice accorgimento:
il burro richiesto dalla ricetta sarà sostituito da 2/3 di olio.
Esempio: 150 g. di burro saranno sostituiti da 100 ml. olio evo
(infatti 150 : 3 = 50 poi 50 x 2 = 100).
Per l'olio di semi nessun calcolo, questo sarà sostituito, tal quale, da quello di oliva.
 
nella foto, i "Taralli di Venafro", presidio Slow Food
 
Sì sì, quella di spalle sono io ;)




Per chi volesse saperne di più sull'olio di Venafro vi invito a visitare il sito della
produttrice di olii di eccellenza,
riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.
Troverete parecchie informazioni e anche la possibilità di acquistarne.