mercoledì 29 ottobre 2014

Torrone dei morti (o Torrone di Ognissanti)...e la foodblogger copiona.


Ebbene, dovete sapere che la sottoscritta,
prima di lanciarsi nell'avventura del foodblog "in solitaria",
era (ed è), da circa 10 anni, un'habituè di una community di appassionati di cucina (questa)
dove ha imparato molto, anzi moltissimo, ed ha avuto la possibilità di conoscere,
e non solo virtualmente, delle persone meravigliose,
entrate di diritto tra i veri amici (Daniela, Lisa, Ale vi fischiano le orecchie?).

In quella community, com'è ovvio, ci si scambia delle ricette, e, tra le tante,
qualche anno fa mi è capitato di pubblicare la ricetta che sto per lasciarvi,
corredata da una foto, che però, ingenuamente, non ho mai provveduto a rendere "mia",
applicandoci su il mio nome.

E così, quando qualche giorno fa ero in rete a cercare altre informazioni sul Torrone dei morti
ecco che mi ritrovo quella foto e quella ricetta su ben due blog,
 che poi ho scoperto appartenere alla stessa persona.

Copiona, scorretta e...pigra!
Della ricetta non aveva cambiato nemmeno una virgola!!
Ed allora, con i nervi tesi, vado di messaggi cortesi, ovviamente sempre ignorati,
fino a quando svelo alla signora che, quello che lei aveva commesso era un vero e proprio illecito
e che, data la mia professione, stavo parlando con cognizione di causa.
Indovinate un po'?
Foto e ricetta rimosse con tanto di scuse :)

Ed eccoci a noi: il Torrone di Ognissanti o Torrone dei morti o "murticiello"
(credo perché, nella forma, ricordi una bara)
 è una delizia che a Napoli e dintorni è impossibile non trovare nelle pasticcerie,
tagliato a fette, durante questo periodo
 legato alla festa di Ognissanti e alla Commemorazione dei defunti.
Nonostante il nome non si tratta di un vero torrone in quanto è morbido e...cioccolatosissimo!

Prepararlo in casa è davvero semplice, gli ingredienti sono pochi e, in più,
 occorrerà solo uno stampo da plum-cake di alluminio usa e getta.

Vediamo come.

INGREDIENTI:
200 g. cioccolato fondente
200 g. cioccolato bianco
300 g. Nutella
175 g. nocciole tostate
PREPARAZIONE:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato.
Aiutandovi con un pennello di silicone, spalmate il cioccolato sul fondo e lungo ii bordi dello stampo.
Mettete in frigo per 10 minuti, poi ripetete l'operazione in modo da formare uno strato spesso e resistente.
Serbate il cioccolato avanzato.
Fate sciogliere, sempre a bagnomaria, il cioccolato bianco e amalgamatelo alla Nutella.

Aggiungete le nocciole.


Versate nello stampo e rimettete in frigo.


Dopo due ore almeno, tirate di nuovo fuori dal frigo lo stampo e, dopo aver scaldato di nuovo il cioccolato, provvedete a richiudere il tutto, spalmandone generosamente quella che sarà la base del dolce.



Conservate in frigo per qualche altra ora, o meglio, una notte intera, sformatelo e, prima di servirlo a fette, tenetelo qualche minuto a temperatura ambiente.




domenica 26 ottobre 2014

Gli spaghetti "alla puttanesca" e le varie teorie sul loro colorito nome...

 
E' a voi chiaro, ormai, che l'aspetto che di gran lunga preferisco, quando mi accingo a preparare un qualsiasi piatto, è quello di conoscerne l'origine, la storia, la provenienza.
Sarà la mia innata curiosità, ma è più forte di me.
 
Sui "paternali" dei partenopei spaghetti alla puttanesca, nome - converrete con me - piuttosto colorito, se n'è scritto e detto di tutti i colori.
 
E, come sempre, il web è ricco di informazioni.
 
"Arthur Schwartz riporta quanto segue circa questo piatto:
« Per quanto riguarda la sua origine etimologica, il termine puttanesca è stato oggetto degli sforzi di immaginazione di molti studiosi, che hanno tentato in ogni modo di trovare la soluzione all’enigma.
Alcuni dicono che il nome di questa ricetta derivò, all’inizio del secolo, dal proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, che era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e facilità di preparazione.
Altri fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granata dei peperoncini.
Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese, che si ispirò alle proprie origini provenzali.
 Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo.... ».
(cit. Wikipedia)
 
Jeanne Carole Francesconi ne “La Cucina Napoletana”, caposaldo della letteratura gastronomica partenopea, spiega come il nome di questo sugo fu cambiato dal pittore Eduardo Colucci, napoletano di nascita ma ischitano d’adozione, da “alla marinara” in “alla puttanesca”.
Eduardo, esponente della scuola pittorica napoletana, insieme al fratello Vincenzo si stabilì ad Ischia sul finire degli anni ’40 del secolo scorso, e, nella splendida cornice di Villa Rosica ad Ischia in località Punta Molino, formò un cenacolo che accolse artisti, letterati e stelle del cinema.
Soggiornò per lunghi periodi Luchino Visconti che qui preparò alcuni lavori teatrali e cinematografici.

Frequentatori assidui della villa furono lo scrittore Jean Anouilh, gli attori Anna Magnani, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo e Jean Marais, il pittore Carlo Carrà. Colucci, come ricorda la Francesconi, viveva per gli amici e d’estate abitava in una rustica e minuscola costruzione, ubicata in uno degli angoli più suggestivi dell’isola; la casa si componeva di una camera con cucinino, servizi e un terrazzo in mezzo al quale campeggiava un albero di ulivo.
La splendida terrazza affacciata sul mare era teatro di serate memorabili.

Colucci, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vino d’Ischia, improvvisava una cenetta a base di vermicelli alla puttanesca, che erano divenuti la sua specialità.
Chi rivendica la paternità del nome è il nipote di Colucci, Sandro Petti, architetto e pigmalione della “dolce vita” ischitana degli anni ’50 del secolo scorso. Nel suo “Rangio Fellone” si sono esibiti artisti del calibro di Mina (al tempo Baby Gate), Peppino di Capri, Lucio Battisti ed altri nomi famosi.
A raccogliere la testimonianza di Petti è Anna Maria Chiariello, giornalista napoletana ed apprezzato volto televisivo, che nel suo bel libro “Lucio Battisti – Emozioni Ischitane” fa rivivere le emozioni, appunto, di un momento magico per l’isola.
Riporto lo stralcio del libro della Chiarello: “Una sera intorno alle quattro del mattino, eravamo al Rangio e c’erano degli amici veramente affamati – racconta Petti – avevo finito tutto così li avvisai. “Mi dispiace, dissi loro, non ho più nulla in cucina, non posso prepararvi niente”. Ma quelli insistettero dicendo “Dai Sandro, è tardi ed abbiamo fame, dove vuoi che andiamo, facci una puttanata qualsiasi”.

Così l’architetto che aveva anche la passione per la cucina oltre che quella per le arti, dopo un po’ portò una fumante zuppiera di pasta alla … puttanata. E cioè spaghetti, aglio, olio, pummarolelle, olive, capperi, pieni di prezzemolo.
Un successo.
La zuppiera tornò pulita in cucina. “Ancora la conservo, la tengo nella mia villa romana, dice Petti, è talmente grande che con cinque chili di spaghetti si copre il fondo”.
La ricetta finì nel menù, “la chiamai puttanesca, non era carino puttanata” ma gli valse una bella reprimenda dal vescovo Ernesto De Laurentis a causa di quel termine un po’ volgare. (…) “fui io e non mio zio a preparare per la prima volta quel sugo che chiamai poi alla puttanesca”.
(testo preso qui)

Ovviamente, oltre la storia, di ogni piatto amo conoscerne anche la preparazione "a regola d'arte" e, questa che vi trascrivo, pare essere la versione ad hoc.
 
INGREDIENTI PER 4:
 
400 g. di spaghetti
500 g. di pomodori da sugo (o una lattina di pelati)
8 filetti di acciuga
uno spicchio d'aglio
un cucchiaio di capperi sotto sale
100 g. di olive nere, denocciolate e a rondelle
peperoncino
origano
sale
olio evo
prezzemolo
 
PREPARAZIONE:
 
In una capiente padella fate rosolare l'olio con l'aglio e il peperoncino.
Unite i capperi (sciacquati dal sale), le acciughe, le olive e l'origano.
 
Ora aggiungete i pomodori sbucciati (o i pelati), salate e mettete un po' di prezzemolo.
 
Intanto lessate gli spaghetti, scolateli al dente e continuate la cottura nel sugo.
 
Impiattate e completate con dell'altro prezzemolo e dell'altro origano
(cosa che io, per la fretta di fare le foto, ho dimenticato di fare, confesso).



lunedì 20 ottobre 2014

Conchiglie con zucca e salsiccia



Dopo questo risotto, vi suggerisco un altro gustoso primo a base di zucca, le "regina" dell'autunno che adoro e che, personalmente, mi dispiace da matti veder rovinata per esser intagliata a mo' di Jack O' lantern per la festa di Halloween.
E' un vero spreco, non trovate?
 
INGREDIENTI:

400 g. di conchiglie
300 g. di salsiccia fresca
400 g. di zucca a dadini
olio evo
mezza cipolla
mezzo bicchiere di vino bianco
sale e pepe q.b.
rosmarino

PREPARAZIONE:

In  una larga padella fate soffriggere olio e cipolla tagliata finemente.

Nel soffritto aggiungete la zucca, gli aghi del rosmarino, sale e pepe.

Portate a cottura la zucca aggiungendo dell'acqua ove fosse necessario.

Sgranate la salsiccia e aggiungete anch'essa. Fatela rosolare e, di seguito, sfumate col vino.

Intanto lessate la pasta. Una volta cotta, scolatela e fatela saltare in padella con il sughino.

Servite ben caldo.
 
 
 
Qui un'altra golosissima idea
a base di zucca
 

 
Con questa ricetta partecipo al contest Ricette d'Autunno 
 
 

venerdì 17 ottobre 2014

Patate gratinate con peperoni e Chorizo


 
Della serie "a volte ritornano", dopo aver trovato nel mio supermercato di fiducia lo Chorizo (come vi raccontavo qui) e dopo aver visto questa ricetta, non potevo assolutamente esimermi dal preparare anche io questo fantastico piatto.
 
Ovviamente il sapore dello Chorizo occupa un posto di tutto rispetto in questa preparazione ma, semmai non doveste trovarlo, sostituitelo con una buon salame piccante e cimentatevi anche voi.
E' un piatto davvero buono. Non servono molte altre parole.
Buono, buono buono.
Vi ho convinto? :)
 
INGREDIENTI:
 
650g circa di patate già mondate
1 cipolla rossa
2 spicchi d'aglio
1 peperone rosso
1 lattina di pomodori pelati
70g di chorizo affettato
1 cucchiaino di paprica dolce (io piccante)
1/2 cucchiaino di peperoncino
50g di olive nere denocciolate
80g di formaggio dolce (io scamorza)
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
olio evo
sale
pepe

 
PREPARAZIONE:
 
Tagliate le patate a cubetti e lessatele in abbondante acqua bollente salata finché non saranno tenere ma ancora sode.
Scolate e mettete da parte.
 
Mondate e tritate la cipolla e soffriggetela in una casseruola con olio e l'aglio schiacciato, aggiungete i pelati, il peperone tagliato a cubetti, lo chorizo, le olive nere, la paprika, il peperoncino e fate cuocere il tutto coperto a fiamma bassa per circa 30 minuti.
 
Regolate di sale e di pepe, aggiungete le patate e continuate la cottura per altri 10 minuti circa. 
 
Trasferite il tutto in una pirofila unta, cospargere con il formaggio sminuzzato, finite con un filo d'olio ed infornate per circa 15-20 minuti, finché non sarà ben gratinato.
 
Sfornate, lasciate intiepidire, cospargete con prezzemolo tritato e servite.



lunedì 13 ottobre 2014

Ciambella alla panna e rhum, l'ennesima "caccavella" e l'estate ritardataria.


 
Chi ha la fortuna (o sfortuna?) di essere una foodblogger, o di esservi imparentato,
sa bene che allo shopping femminile normale (abiti, borse e scarpe per intenderci)
è abbinato lo shopping di quelle che,
dalle mie parti, si chiamano "caccavelle".
Praticamente riempiamo la cucina di ogni oggetto che sia,
a nostro dire ovviamente,
 "indispensabile".
E lo stampo che mi ha permesso di realizzare questo graziosissimo ciambellone
 è solo l'ultima delle mie indispensabili follie.
 
Ora, lo stampo ce l'ho.
La voglia di inaugurarlo c'è.
E la ricetta per farlo pure.
 
Così ieri ho preparato questo sofficissimo ciambellone che a me,
 saranno anche i ciclamini raccolti dietro casa,
sembra evocare la colazione perfetta.
 
Da fare con calma, magari in terrazza,
assaporando questa estate fuori stagione che il tempo, benevolo, ci sta regalando.
 

 
INGREDIENTI:
 
3 uova
250 g. zucchero semolato (io 220 di zucchero e 30 di zucchero vanigliato)
250 g. farina 00
250 ml. panna fresca
2 cucchiai di rhum scuro (per me il Negrita Bardinet)
1 bustina di lievito
 
PREPARAZIONE:
 
Tirate fuori dal frigo la panna almeno mezzora prima di preparare il dolce.
 
Imburrate e infarinate lo stampo e preriscaldate il forno, a 180°.
 
Montate a lungo le uova con lo zucchero.
 
Unite il rhum.
 
Versate a filo (mi raccomando, non tutto d'un colpo!)
la panna alternandola con la farina setacciata col lievito.
 
Versate nello stampo e infornate.
 
Cuocete per 25-30'.
 
Una volta freddo sformate e decorate con zucchero a velo.
 

 
E ieri, proprio perché la giornata era troppo preziosa per esser trascorsa in casa,
ho potuto anche allenarmi all'aperto.
 
Questo uno scorcio della campagna che circonda la mia città,
il mio posto preferito per correre respirando aria pura.
 
Buona settimana,
Sabrina.
 
 
 

 

domenica 12 ottobre 2014

Brioches agli albumi



Ieri mattinata inaspettatamente libera e allora...
è proprio arrivato il momento!

Posso finalmente dedicarmi a queste deliziose treccine di pasta brioche.
 
Sono davvero carine e
- soprattutto -
sono un rimedio prezioso per utilizzare gli albumi avanzati.

Avendo preso l'abitudine di congelare gli albumi, non ho dovuto nemmeno attendere tanto per cimentarmi: mi è bastato scongelarli la sera prima,
 tenendoli la notte in frigo,
e la mattina dopo mi sono messa all'opera.
 
INGREDIENTI:

150 g farina 00
150 g Manitoba
85 g zucchero
70 g burro
80 ml latte
2 albumi
12 g lievito fresco sciolto in un po' di latte tiepido
latte per spennellare
granella di nocciole, zucchero a velo e granella di zucchero per decorare
 
 
PREPARAZIONE:

Lavorate lo zucchero con il burro,
unite il latte e gli albumi.
 
Aggiungete le farine con il lievito
ed impastate fino ad ottenere un impasto elastico e omogeneo.
Lasciate lievitare 3 ore.

Dividete l'impasto in sei palline
 e ciascuna in 3 filoncini per formare una treccia.

Fissate le estremità a formare una ghirlanda
e lasciate lievitare sulla teglia coperta da carta da forno per un'altra ora.

Spennellate con un po' di latte e decorate a piacere.

Io due le ho lasciate neutre,
due con la granella di nocciole
e due con quella di zucchero.

Infornate, in forno ventilato, a 170° per 10-15 min.

Spolverizzate di zucchero a velo.


 
 Con questa ricetta partecipo al contest "Albume...che guerra sia" di Coccole di dolcezza
 
 
 
 
 

E qui un'altra idea per utilizzare gli albumi...

venerdì 10 ottobre 2014

Zuppa calda di ceci e Chorizo



Quando al supermercato, qualche giorno fa, ho visto nel banco salumi lo Chorizo...beh, credo di aver iniziato a gongolare e che mi si siano letteralmente illuminati gli occhi.
 
Lo Chorizo è una salsiccia stagionata piuttosto piccante tipica della penisola iberica di cui, fino ad ora, avevo solo sentito parlare, soprattutto in famiglia.
 
Mia madre, con i suoi genitori e i suoi fratelli, avendo vissuto a lungo a Parigi, ha potuto venire a contatto con tante persone di varie nazionalità -  emigrate anch'esse per trovar fortuna all'estero - e, con loro, anche tradizioni e sapori "stranieri".

Così, nonna, che lavorava con delle simpatiche signore spagnole, dopo aver imparato da loro questo piatto, si ritrovava spesso a prepararlo per la sua famiglia ed io, oggi, sono davvero felice di poterlo preparare e di poterlo condividere con voi.

E' una zuppa davvero invitante, saporita ma armoniosa nei sapori.
Calda, magari con del pane tostato, è una cena ideale soprattutto queste sere che iniziano a portare con sé i primi freschini.

INGREDIENTI:

3 barattoli di ceci precotti (circa 700 g. totali)
circa 500 ml. di passata di pomodoro
250 g. di chorizo a fettine
olio evo
1 cipolla
1-2 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di vino rosso
sale
pepe

PREPARAZIONE:

In una larga padella fate scaldate l'olio con la cipolla a fette sottili e l'aglio tritato.

Dopo pochi minuti aggiungete lo chorizo e fate rosolare. Vedrete che l'olio diventerà rosso.

Scolate i ceci dal loro liquido di conservazione e versateli in padella. Sfumate con il vino.

Ora sarà il turno della passata di pomodoro, sale e pepe.

Portate a cottura, togliendo dal fuoco solo quando la passata avrà raggiunto la consistenza da voi desiderata.
 


domenica 5 ottobre 2014

Caserecce con Funghi, Rucola, Speck e scaglie di Grana


 
Oggi vorrei proporvi un primo di pasta
 che in casa uso fare spesso
 e che sono sicura piacerà anche a voi e ai vostri commensali.
 

INGREDIENTI PER 4:

360 g. di pasta tipo caserecce (ma anche rigatoni)
300 g. di funghi misti surgelati
circa 100 g speck tagliato a cubetti
1 bicchiere vino bianco
1 spicchio d'aglio
circa 35-40 g. di rucola
scaglie di Grana a piacere
sale
pepe
peperoncino
olio evo

PREPARAZIONE:

In una larga padella fate soffriggere aglio peperoncino e olio,
unite i funghi a fate andare per una decina di minuti.

Aggiungete i dadini di speck
e poco dopo sfumate col vino.

Salate, pepate e intanto lessate la pasta.
Una volta giunta a cottura, scolatela e versatela nella padella con l'intingolo.

Aggiungete circa metà della rucola e metà delle scaglie di Grana
e mescolate delicatamente circa un minuto.

Impiattate e completate
aggiungendo, su ogni piatto,
 le scaglie di Grana e la rucola rimanenti.

Enjoy it.





 

 





mercoledì 1 ottobre 2014

Torta soffice con i fichi e...come raggelare un allegro gruppetto di donne.




 
Serata al bar con le amiche di sempre tra risate e pettegolezzi.
Una di noi: "In ufficio è arrivato un nuovo consulente. Belloccio, sportivo, curato. Insomma un tipo giusto."
"Dai, cerchiamolo su Facebook così vediamo le foto!"
Eccolo lì. Al mare.
Fanno bella mostra di loro la tavola da surf e gli addominali scolpiti. E i capelli biondi al vento.
Silenzio.
Poi, il chiacchiericcio.
"Carino".
"Molto carino".
"Wow, è un surfista!".
"Secondo me se la tira".
"Sì, forse un po'".
"Secondo me è fidanzato."
"Va beh dai, le coppie spesso si lasciano".
"Ah ragazze, è vegano".
Cala il silenzio.
Anzi no, il gelo.
"Cameriere, ci porta un altro giro di rosso e un tagliere di salumi e formaggi?".
Potete ben immaginare di chi sia l'ultima battuta ;)
 
 
Per oggi, primo giorno di ottobre, vi propongo una torta con gli ultimi fichi che sono riuscita a procurarmi, direttamente dall'albero del giardino dei nonni.
 
INGREDIENTI:
 
3 uova
180 g. di zucchero
100 g. di burro (per me, 65 ml. olio evo)
225 g. di farina 00
100 ml. di latte
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 bustina di lievito per dolci
7-8 fichi
 
PREPARAZIONE:
 
Sbucciate i fichi e tagliateli in due o quattro spicchi, a seconda della grandezza.
 
Preriscaldate il forno, modalità statica, a 180°.
 
In un pentolino fate fondere il burro e lasciatelo raffreddare.
 
A parte, battete le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
 
Unite un pizzico di sale, il burro, la vaniglia, la farina setacciata col lievito alternandola con il latte.
 
Versate in una teglia da 22-24 cm, imburrata e infarinata, e sulla superficie appoggiate gli spicchi di fico.
 
 Infornate e cuocete per 25-30 minuti.
 
Sformate e, una volta raffreddata, spolverate con dello zucchero a
velo.
 




 
Con questa ricetta partecipo al contest Ricette d'Autunno